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Cistite


 

La cistite è un processo infiammatorio, di natura cronica o acuta, a carico della vescica. La causa è da ricercarsi nella presenza di agenti patogeni; nella maggior parte dei casi di natura batterica (Escherichia coli, data come responsabile dell'80-90% delle infezioni, specie quelle recidivanti) ed in misura minore da altri entro-batteri (Proteus, Klebisellia, Pseudomonas). Le più colpite rimangono le donne, per motivazioni di natura sia anatomica che ormonale. Nella sua forma acuta i sintomi sono caratterizzanti: difficoltà nella minzione (disuria), spesso associata a dolore (stranguria), aumento dello stimolo ad urinarie (pollachiuria) e tensione vescicale (spasmo doloroso associato ad un bisogno impellente ad urinarie).

La prevenzione è aiutata dall’osservare alcune regole comportamentali: bere molta acqua nell’arco della giornata, svuotare la vescica tutte le volte che se ne avverte lo stimolo, adottare una dieta alimentare adeguata (ricca di liquidi e fibre e povera di zuccheri e grassi).

 

 

RIMEDI

 

Oltre alla terapia antibiotica, prescritta dal medico e che dovrebbe essere mirata, specie nelle forme recidivanti, basandosi sui risultati di urino-coltura, la fitoterapia offre delle alternative, a volte sufficienti, in altri casi da affiancare alla terapia tradizionale, ad ogni modo sempre utili nella prevenzione di tali forme. Gli studi clinici si sono dimostrati promettenti per molte delle sostanze naturali in commercio, sebbene per ciò che concerne gli studi sui vari meccanismi d’azione si sia ancora in corso d’opera.

 

I più noti rimedi fitoterapici sono sicuramente l’uva ursina ed il mirtillo rosso americano.

 

Uva ursina (Uva ursi) è una pianta ricca di glucosio fenolici, tra cui un composto chiamato arbustina, questa è in grado di liberare idrochinone, una sostanza dotata di notevole attività antibatterica.

 

Il mirtillo rosso americano (Vaccinum macrocarpon) è invece ricco in proantocianidine e flavonoidi, con una notevole attività antiossidante; secondo uno studio del 2004 (Jepson RG, Mihaljevic l, Craig J, Cranberries for preventing urinary tract infection, l’estratto di mirtillo ha fornito risultati promettenti per la prevenzione delle infezioni, anche uno studio della Montreal McGill University ne ha valutato gli effetti antibatterici nei confronti di E. Coli e di Proteus. In vitro è stato osservato come i polifenoli inibiscano le adesione prodotte dai batteri, diminuendo l’adesione di questi alle cellule uroepiteliali dell’ospite.

 

Molti batteri, infatti, tra cui E. coli, riescono ad ancorarsi alle cellule del canale uretrale grazie a dei piccoli tentacoli (pili), inibire questo meccanismo di ancoraggio fa sì che il batterio non riesca ad infestare l’ospite ma “scivoli” via con le urine. Questi pili possono essere di due tipi, sul tipo 2 agisce il mirtillo, sul tipo 1 agisce invece, con un meccanismo simile, il d-mannosio. Il d-mannosio è uno zucchero che non porta calorie (essendo escreto dal rene tal quale) ma che si lega alle lectine (pili tipo 1) impedendo la coraggio alle cellule. Proprio per la differenza tra i due tipi di pili troviamo in associazione mannosio e mirtillo in molti prodotti. Un’altra sostanza particolare che può venire in aiuto è l’acetilcisteina, un comune mucolitico (si, proprio quello che c’è nello sciroppo per la tosse), molti batteri (tra cui l’ormai acclarato E. coli) hanno la caratteristica di formare colonie che vengono protette dall’esterno (e quindi da antibiotici e disinfettanti) mediante un film mucoso, rompere tale film permette di “stanare” i batteri, e di conseguenza poterli “combattere” con le armi a nostra disposizione. Rimane infine l’utilizzo di fermenti lattici per reintegrare la flora intestinale e sostenerla nella lotta contro i patogeni che causano l’infezione. In molti casi un ulteriore stratagemma che aiuta a debellare l’infezione è alcalinizzare le urine, mediante dei sali basificanti che non vengano tamponati a livello gastrico.

Ricordiamo però infine come non tutto il naturale sia scevro da effetti secondari, il mirtillo, ad esempio, contiene acido ossalico, che potrebbe dare reazioni avverse in soggetti predisposti a calcoli renali. Il consiglio finale, quindi, è sempre quello di rivolgersi ad un professionista preparato sui temi della fitoterapia e medicine complementari, in modo da avere un quadro terapeutico migliore.

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