La campagna vaccinale procede a pieno ritmo, e noi siamo contenti di farne parte, convinti che lo sforzo di tutti sarà necessario per aiutarci ad uscire da questa situazione.

Aderire è stata una bella sfida, e siamo contenti di aver potuto essere parte di questo ambizioso progetto. La cosa, inoltre, ci ha avvicinato ancora di più ai dubii ed alle incertezze relative a questa “nuova” situazione.

Abbiamo pensato di raccogliere qui le domande più frequenti, ma siamo chiaramente pronti a raccoglierne altri.

Cominciamo con il più frequente… “Dottorè, ma quando ne usciamo?”

Presto, e forse mai. Non possiamo aspettarci di svegliarci un giorno e che tutto sia passato di colpo. E’ assai probabile, infatti (ormai quasi certo) che il virus diventi endemico, (e qui sta il “mai”, che detta così suona male, ma spieghiamoci).

Anche il virus, però, ha uno scopo. Ed anche per lui lo scopo è la sopravvivenza. Ad ogni mutazione il virus cambia un po’, ma storicamente sono favorite le mutazioni che permettono al virus di convivere meglio con noi (e le altre specie). Con ogni probabilità ogni ondata sarà meno letale, e tra poco la serena convivenza sarà raggiunta. Debellarlo del tutto invece è improbabile, ma d’altro canto è un’impresa riuscita solo con il vaiolo.

Perché dobbiamo fare la dose booster?

Il ciclo vaccinale completo che abbiamo fatto inizialmente in realtà ci sta già proteggendo, e questa protezione, per fortuna, sta reggendo il fronte “forme gravi”. Un po’ meno per le forme leggere, dove l’efficacia si sta assestando sull’80%.

La terza dose permette al sistema immunitario di “ripassare” la lezione in modo che le cellule del sistema immunitario possano produrre anticorpi di qualità superiore ed in maggiore quantità.

Un paragone calzante può essere quello di una battaglia; con il primo ciclo vaccinale ci siamo creati il nostro esercito, ma ogni tanto questo va tenuto attivo con qualche esercitazione (la dose booster, appunto).

Il rischio sarebbe quello di incontrare il “nemico” (il virus) avendo un esercito un po’ imbolsito e con le armi spuntate.

Inoltre attraverso un processo chiamato “maturazione dell’affinità anticorpale” il sistema immunitario impara a riconoscere l’agente patogeno più efficacemente, anche di fronte a mutazioni del virus stesso.

Inoltre, una copertura più blanda sulle forme leggere permette più facilmente al virus di mutare e quindi di “armarsi” un po’ meglio.

Faremo ancora altri richiami?

E’ probabile, ma non certo. Alcuni agenti patogeni hanno bisogno di richiami frequenti (vedi l’influenza) per poter essere tenuti sotto controllo; in altri casi invece dopo qualche richiamo si ottiene una buona protezione che dura per anni (è il caso della difterite, che prevede tre dosi durante il primo anni d’età ed un richiamo a 6 anni per garantire una copertura che va dai 10 ai 20 anni)

Quindi, aspettandovi in farmacia per il vostro appuntamento, e sperando di aver fugato almeno qualche perplessità, vi lasciamo i moduli da scaricare e compilare

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